Trame Exhibition
Il rame possiede innumerevoli qualità estetiche e tecniche che lo rendono da tempo materia essenziale del design e dell'innovazione.
Come nell’arte, così la parte della mostra dedicata al design, prende l’avvio dagli anni sessanta. Fanno eccezione solo alcuni oggetti risalenti agli anni quaranta e cinquanta che si è deciso di inserire all’interno del percorso espositivo perché mostrano un particolare interesse e un’originalità d’uso del rame.
Per offrire un chiaro orientamento al visitatore, sono state create diverse aree tematiche: il design primario per il corpo, il design per la casa, il design anonimo e il design collegato alla sostenibilità ambientale. L’insieme di tutti gli oggetti è stato concepito come una panoramica sui diversi approcci adottati dagli architetti e designer nell’utilizzare il rame per realizzare oggetti d’uso comune con risultati spesso inconsueti.
Personalità come Ron Arad, Luigi Caccia Dominioni, Antonio Citterio, Tom Dixon, Odoardo Fioravanti, Martí Guixé, Gujan Gupta, Poul Henningsen, Thomas Heatherwick, Ross Lovegrove, Shiro Kuramata, Paolo De Poli, Gio Ponti, Tobia Scarpa, Oskar Zieta e Giorgio Vigna si sono cimentate nella progettazione, attirate dalla lucentezza del rame, ma anche dai suoi processi ossidativi e dalla sua evoluzione tecnologica.
La sezione design presenta una significativa selezione di oggetti disegnati da alcuni maestri del XX secolo come Poul Henningsen, Aldo De Poli, Gio Ponti, Tobia Scarpa per i quali la scelta del materiale è orientata soprattutto verso le qualità estetiche, non solo del rame lucidato ma anche delle ossidazioni che si formano sulla superficie degli oggetti.
Numerosi sono i designer che oggi scelgono il rame per il fascino della sua lucentezza e della sua colorazione calda: tra questi Giacomo Ravagli e Avni Sejpal, mentre David Derksen e Piet Hein Eek hanno sfruttato la capacità riflettente del rame. In mostra saranno presenti lavori di Tom Dixon, che parla del rame come di un “ metallo che è quasi la mia firma”, utilizzandolo per la produzione di un gran numero di oggetti.
Il fascino del rame consiste anche nella molteplicità di variazioni di colore e di ossidazioni che il suo invecchiamento sa svelare: un gruppo di lavori illustra proprio la volontà di alcuni designer di creare oggetti in rame non trattato, che mostrano una “propria vita” e che, nel variare colore nel tempo, sono in grado di raccontare una storia o di rivelare la loro bellezza. I titoli stessi di alcune opere svelano chiaramente le intenzioni dei progettisti, come Verderame, 2009 di Odoardo Fioravanti o True Colours Shelf, 2012 di Lex Pott. Insieme agli oggetti di natura più funzionale, in questa sezione compaiono alcuni capi disegnati da Romeo Gigli e Prada che hanno utilizzato in modo sperimentale le proprietà del metallo.
L’uso del rame per il suo valore estetico è fin dall’antichità legato alla produzione di gioielli: oggetti pregiati sono quelli progettati e realizzati da Giorgio Vigna, presente in mostra con una selezione di lavori. La preziosità del rame è legata anche al suo reale valore economico: lo dimostra l'opera 27 kg of Copper, 2009 di Martí Guixé, risultato della riflessione del designer in tale ambito. Il rame non è soltanto utilizzato per le proprie qualità, ma come un metallo che acquista valore nel tempo.
Il design è da sempre connesso alla realtà del mondo produttivo ed è legato a doppio filo all’evoluzione della tecnologia. A questo proposito la mostra include oggetti i cui processi produttivi costituiscono importanti esiti di ricerca che valicano i confini della lavorazione del metallo in senso tradizionale. Tra questi la Plopp Copper Family, 2006-2009 di Oskar Zieta realizzata attraverso un procedimento di “soffiatura” e la Cu29, 2006 di Tom Dixon, seduta in polipropilene espanso con un rivestimento realizzato grazie alla deposizione elettrolitica di ioni di rame.
Gli oggetti in mostra, oltre cento, sono stati prestati da musei, gallerie, collezionisti privati e produttori.